Ecodesign: un primo traguardo contro i rifiuti elettronici?

Dal 20 giugno 2025 è entrato in vigore una nuova norma europea che sembra andare nel verso giusto, ovviamente per chi ha a cuore l’ambiente. Questa norma si chiama Ecodesign, e impone regole più severe per chi costruisce dispositivi tecnologici di largo consumo, così da renderli ecocompatibili, ecco perché il nome Ecodesign. Avevamo parlato del tema rifiuti elettronici nella domenica ecologica promossa dal Comune di Este durante una conferenza: https://estelinux.serviziliberi.it/conferenza-domenica-ecologica-2025/.

Come funziona
In sostanza si vuole limitare il più possibile l’effetto usa-e-getta, incentivando quindi chi produce questi dispositivi a farli durare di più, obbligando i marchi a fornire i materiali per la sostituzione dei componenti entro un massimo di 10 giorni lavorativi. Inoltre, i prodotti per la riparazione dovranno essere disponibili per 7 anni.
Riguardo la batteria, si dovrà garantire un minimo di 800 cicli di ricarica, mantenendo l’80% della capacità originale. Sembra una banalità, ma fino a un po’ di anni fa era abbastanza semplice sostituire la batteria, comprandone anche di compatibili a prezzi accessibili, mentre oggi aprire un telefono per togliere la batteria, saldata, è diventato impossibile.
Fortunatamente, la norma interviene anche sul software, che spinge le aziende produttrici a mantenere aggiornamenti indispensabili e di sicurezza per almeno 5 anni.
E il software libero?
Non c’è traccia purtroppo di software libero, però ridurre i rifiuti elettronici è un bel passo avanti verso la cura e il rispetto dell’ambiente. Iniziative simili le avevano intraprese aziende più etiche e lungimiranti, come Murena (https://murena.com/), azienda francese, che commercializza telefoni con molte parti riparabili, iniziando dalla batteria fino al connettore di ricarica USB che potrebbe danneggiarsi staccando maldestramente o ripetutamente il cavo al termine della ricarica. In particolare, Murena distribuisce telefoni basati su Android ma de-googlizzati, cioè senza dover utilizzare un profilo Google e tantomeno con le loro app installate. Ogni persona che ha un telefono Android, infatti, quasi sicuramente sarà stata costretta a creare un email @gmail.com, e per chi come noi diffonde tecnologie libere, promuove la decentralizzazione e l’uso di soluzioni libere e vuole evitare che grossi colossi tecnologici monopolizzino il mercato. È un’ingiustizia perché non lascia all'utente la possibilità di scelta.
Rimborsi come per i computer
Assisteremo a rimborsi sui telefoni come è possibile fare con le licenze Windows pre-installate quando si acquista un computer? Si può? Certo! Più avanti parleremo della campagna sostenuta da ILS e Free Software Foundation Europe, il progetto Refund4Freedom (rimborso per la libertà), per poter ottenere il rimborso della licenza Windows e poter usare un computer liberamente con un altro sistema operativo (spoiler: https://it.refund4freedom.org/).